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L’opera di risanamento del ponte sul fiume Corace, in località Patia del Comune di Gimigliano, lungo la s.p. 40 Gimigliano – Tiriolo, è sempre più vicina. Con delibera n. 120, firmata dal presidente Sergio Abramo

, è stato approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica che precede la fase progettuale vera e propria.

La necessità di ripristinare l’ordinaria viabilità ed i collegamenti lungo la S.P. 40, importante arteria che mette in comunicazione i territori dei Comuni di Gimigliano e di Tiriolo, ed in particolare quella di attuare il risanamento del ponte ad arco sul fiume Corace, ha indotto l’Amministrazione provinciale di Catanzaro a lavorare con insistenza affinché si riuscisse a inserire l’importante lavoro nella programmazione finanziaria del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. L’importo complessivo dei lavori è pari a 3 milioni 300 mila euro.

“Si tratta – ha detto il presidente Abramo - di una risposta importante, in termini di viabilità, che interessa un tratto stradale strategico che dal 2010 aspetta di essere sanato. Questo e altri interventi sono stati inseriti nel Piano dei lavori pubblici che abbiamo approvato nei giorni scorsi, in cui sono presenti numerose attività sparse omogeneamente sul vasto territorio catanzarese, atte a salvaguardare, con le risicate risorse economiche disponibili, strade e infrastrutture danneggiate presenti nei vari Comuni”.   

Gli obiettivi del progetto di risanamento del ponte, danneggiato dalla frana causata dall’alluvione del febbraio 2010, mirano all’efficienza, all’economia e al recupero dell’infrastruttura. Nelle prossime settimane sarà pubblicato il bando che porterà all’individuazione del progettista delle opere e successivamente si potrà procedere all’appalto dei lavori.

Due sono le ipotesi che sono state vagliate per giungere alla soluzione più efficiente dal punto di vista funzionale, economico e della sicurezza.

La prima ha preso in considerazione la demolizione complessiva del viadotto e la sua ricostruzione, ma approfondendo con le fasi successive l’analisi costi-benefici, è stata evidenziata una soglia di rischio elevata, connessa alla sicurezza esecutiva e alla stabilità dell’infrastruttura. Tale ipotesi ha evidenziato, inoltre, una spesa eccessiva rispetto ai risultati perseguibili con una diversa soluzione. Dal punto di vista economico l’impegno sarebbe stato notevole in quanto avrebbe previsto la demolizione di una struttura che è ancora funzionale ed utilizzabile, seppure dopo un intervento di consolidamento.

“La soluzione prescelta – ha spiegato il dirigente alla Viabilità della Provincia, Floriano Siniscalco - si basa sul recupero dell’esistente e sulla demolizione e ricostruzione delle sole pile irrecuperabili. Il viadotto soprastante costituito dalle travi, dai traversi e dalla soletta sarà mantenuto, con un netto risparmio economico rispetto alla demolizione integrale e alla ricostruzione. Rispetto alla prima soluzione si raggiunge una maggiore sicurezza e si attua un risparmio economico, in quanto circa l’80% delle strutture esistenti verrebbe ad essere recuperato e riutilizzato. L’esecuzione dei lavori previsti con il presente progetto consente il ripristino della funzionalità dell’infrastruttura, il mantenimento del design originario, l’incremento della sicurezza ai carichi statici ed alle azioni sismiche. Dal punto di vista economico, con la soluzione proposta si ha un abbattimento dei costi che, rispetto ad altre soluzioni, è prossimo al 75%”.

Si ricorda che già nel 2010, a seguito dell’emergenza legata all’alluvione, era stata inibita la viabilità ed erano stati messi in atto interventi sul versante lato Tiriolo, quello in frana, e poi sulle strutture atti ad eliminare una pila non più recuperabile e a consolidare le altre due danneggiate. Tali interventi avevano consentito la ripresa di una minima viabilità di collegamento tra Gimigliano e Tiriolo.

 

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